John Madere, noto film maker ha cominciato un percorso per descrivere l’attività e la vita dei più famosi designer al mondo, il suo esperimento è cominciato quest’estate con la realizzazione di un mini documentario su Vignelli.
Lo stesso Vignelli ha espresso il proprio sincero apprezzamento, definendolo come il miglior film che qualcuno abbia mai fatto su di lui.
Il tutto è poi coinciso con la grande apertura del Centro Studi Vignelli Design nel Campus del Rochester Institute of Technology lo scorso 16 settembre; Massimo e Lella hanno donato il proprio archivio di lavori internazionali, ora permanente in un nuovo centro di progettazione, il Centro Vignelli per studi di progettazione.
Oltre all’archivio i quasi 19.000 metri quadrati del Vignelli Center ospitano anche gli uffici e la Galleria Benetton, che sarà caratterizzata da una mostra “Il design è Uno”, composta di parti selezionate dalla collezione Vignelli. da draft.it
«Non ho una teoria da divulgare, posso solo parlare del mio lavoro»: Bob Noorda, classe 1927, olandese di Amsterdam ma ormai milanesissimo, uno dei grandi maestri della comunicazione visiva, rispondeva così, con pudore e garbo a Francesco Dondina in un libro intervista pubblicato solo qualche mese fa. Noorda se n’è andato ieri, improvvisamente, lasciando nel mondo della grafica, del design, ma soprattutto in quello della cultura un vuoto che si sentirà davvero: è mancato un raffinato e rigoroso progettista, un protagonista della creatività internazionale, ma soprattutto un uomo dotato di straordinaria sensibilità. da corriere.it
Qualche esempio? È lui ad aver inventato il sistema di immagine coordinata della Metropolitana di Milano, un sistema talmente perfetto da essere poi declinato per New York e San Paolo. È lui ad aver disegnato l’immagine coordinata della Feltrinelli. È suo il marchio Mondadori, dell’Enel, della Regione Lombardia, del Touring Club, per citare solo qualche progetto. E ancora suo l’intero sistema visivo della Coop e quello dell’Agip articolando la codifica dei caratteri e dei colori. Tra gli altri, anche un progetto dei primi anni 80 sul «Corriere della Sera», bellissimo, mai attuato: troppo avanzato per quegli anni. Un grande «progettista invisibile», dunque, che ha contribuito a far crescere una cultura visiva come pochi. Un uomo che ha disegnato la vita. «Autenticamente uno dei migliori grafici che avevamo» afferma Gillo Dorfles, che gli era amico. «La scomparsa di Bob è dolorosa per tutti. L’importanza del suo lavoro è notevole, perché univa il rigore tradizionale dell’Olanda e dei Paesi del Nord con la fantasia e la rapidità creativa che l’Italia gli aveva comunicato». Già, Noorda incarnava proprio la tradizione e la severità della scuola razionalista con la libertà espressiva del suo carattere.
Linee guida per le nuove generazioni…